Santuario dei Piloni
Storia
Il Sacro Monte di Montà d’Alba ospita il Santuario dei Piloni e una cappella del Santo Sepolcro, costruita su resti di mura romane. Nel 1775 la comunità locale costruì 13 piloni sui quali erano rappresentate scene della Via Crucis.
Definito uno tra le principali emergenze architettoniche del Roero, sorge nel luogo in cui, fin dai primi anni dell’era cristiana, sorgeva un sacello dedicato a san Giacomo e a san Filippo. I boschi che circondavano il tempio erano, ancora prima, dedicati alla dea Diana, a dimostrazione del fatto che la zona era già luogo di culto per i pagani.
Alcune fonti storiografiche asseriscono che un monaco (in un periodo cronologico che si colloca fra i primi viaggi dei cristiani in Palestina e le Crociate, di ritorno dalla Terra Santa) avrebbe scelto quei boschi e il santuario di San Giacomo come sede per la sua vita eremitica. Il monaco decise poi di edificare la cappella del Santo Sepolcro, dove i fedeli erano guidati in processione durante le celebrazioni in onore del santo protettore.
Un primo documento, riguardante la cappella, risale al 1742. All’interno della costruzione è posta la statua, in legno d’ulivo della Palestina, di Cristo morto. Essa è conservata in un’urna di vetro, dono di un cavaliere reduce dalle Crociate. Nel 1770 la cappella fu restaurata e proprio in quel tempo si ricorda un miracolo, destinato ad accrescere la devozione per il Sacro Monte di Montà: il carro che trasportava i mattoni necessari per il restauro, benché si fosse staccato dal tiro, non schiacciò gli operai.
Le tredici cappelle, dedicate alla Passione di Cristo, vennero abbattute dopo circa un secolo dalla loro costruzione, a causa del pessimo stato di conservazione: nel 1887 il Consiglio di Amministrazione del Santuario si impegnò nell’opera di ricostruzione, affidando il lavoro a Placido Massello, il quale disegnò le cappelle secondo una struttura esagonale uguale per tutte. I primitivi piloni erano corredati da un’iconografia esclusivamente pittorica, mentre quelle del Massello vedono un percorso didascalico formato da gruppi statuari modellati dai fratelli torinesi Musso, da Stefano Brilla di Savona e da Antonio Toliano.
Scheda descrittiva in collaborazione con www.langhe.net