Castelli delle Langhe e del Roero

Itinerario per individuali e gruppi

Castello di Serralunga d'Alba

Castello di Serralunga d’Alba

La bassa Langa è un sinuoso intrecciarsi di colline, di dolci pendii ricoperti di vigne e vastità di orizzonti dominati dai profili di imponenti fortezze medievali: preziosi tesori a volte consumati dal tempo, a volte fulgidi come se si fosse fermato, raccontano la storia di famiglie nobili, di violenti contrasti tra feudatari e vassalli.
Luoghi, dunque, imbevuti di storia: quella di Roddi affonda le proprie radici in epoca romana, quando il paese era un centro di raccordo strategico tra Alba Pompeia e la grande Pollenzo.
Sul suo territorio si consumarono due grandi battaglie: quella dei Campi Raudii nel 101 a.C., in cui Mario sconfisse i Cimbri, e quella di Pollenzo nel 402 d.C., quando Stilicone sconfisse i Goti di Alarico.
Ma è il Medioevo a lasciare – qui, come negli altri centri della Bassa Langa – le tracce più suggestive: il castello di Roddi, costruito intorno al Mille in posizione dominante sulla valle del Tanaro, sulla parte più alta del borgo. Alto e imponente, è un bell’esempio di architettura fortificata medievale, con corpo centrale a tre piani e due poderose torri. Ricco di preziose decorazioni, appartenne dal 1526 a Gaio Francesco della Mirandola, nipote del grande umanista e filosofo Pico.

Castello di Grinzane Cavour

Castello di Grinzane Cavour

Riprendendo la strada per Alba si raggiunge Grinzane Cavour, il cui nome rende omaggio allo statista risorgimentale Camillo Benso che fu qui sindaco per 17 anni, dal 1832 al 1849.
Il centro è diviso in due nuclei: Gallo, sede di attività artigianali – la più nota è la produzione di torrone – e Grinzane, la parte storica sviluppatasi intorno al suo prestigioso castello, simbolo della Langa del Barolo.
Il maniero, imponente dall’esterno, rivela grazia e gusto al suo interno: la Sala delle Maschere è un piccolo capolavoro voluto da Pietrino Belli, consigliere di stato di Emanuele Filiberto di Savoia. Ma queste stanze, più di tutto, serbano il ricordo del suo abitante più illustre, Camillo Benso di Cavour, che trasformò il maniero in un immenso centro di produzione dei grandi vini di Langa. Oggi è sede dell’”’Enoteca Regionale Cavour”, di un ristorante e di un Museo etnografico sulla civiltà contadina.

Da Gallo prendete per Barolo e, al primo bivio, imboccate la strada perSerralunga, uno dei centri più belli della Langa del Barolo.
Si giunge al borgo costeggiando le tenute e cantine di Fontanafredda, volute nel 1878 da Emanuele di Mirafiori, figlio di Vittorio Emanuele II. All’interno troviamo la Casa di Caccia della Bela Rosin, i cui salotti furono la cornice degli incontri amorosi tra re Vittorio Emanuele II e la popolana Rosa, diventata poi contessa di Mirafiori e moglie morganatica del re.
Il paese è dominato dal castello Medievale di Serrralunga d’Alba caratteristico per la presenza del Donjon francese, un dongione. Questo edificio svolse nel territorio più che un ruolo militare una funzione di controllo delle attività produttive locali, come dimostra la sua stessa struttura estremamente slanciata e tesa a sottolineare in questo modo il prestigio della famiglia Falletti. La residenza fin dal Trecento constava di diverse parti, tra cui in particolare il Palacium, costituito da vaste sale sovrapposte, una torre cilindrica, una torre quadrata ed una cappella.

Castello Comunale Falletti di Barolo

Castello Comunale Falletti di Barolo

Da Serralunga ci dirigiamo a Barolo: adagiato in una sorta di altopiano circondato da colli panoramici, il paese ha dato il nome all’omonimo vino. Nel borgo si erge il Castello Comunale Falletti di Barolo, costruito nel decimo secolo, quando le Langhe erano soggette alle scorrerie dei Saraceni. Intorno al 1250 passò ai Falletti, potente famiglia di banchieri albesi che acquistò il luogo con tutti i terreni e vi prosperò fino al 1864. Nei loro possedimenti, che si estendevano sulle colline circostanti fino ai castelli di Castiglione e Serralunga, venne prodotto il primo Barolo, a opera dell’ultima marchesa, Giulia Colbert Falletti. Dal 2010 si è inaugurato il WiMu – un Museo del Vino tra le mura del castello: dalla concezione innovativa e originale, vedrà protagonista non solo il vino barolo inteso come bevanda, ma la sua storia, la sua cultura, il suo essere “testimone materiale di civiltà”, i suoi profumi, i suoi colori, i suoi produttori, il suo incantevole territorio.

Da Barolo ci dirigiamo verso Grinzane Cavour, quindi procediamo per Diano d’Alba per raggiungere Benevello. Paese di notevole suggestione panoramica, è sullo sfondo delle sue colline che Fenoglio ambientò il romanzo de La Malora. Sorto nel 1200, di questo periodo medioevale conserva una Residenza Castellata più volte rimaneggiata. La facciata è caratterizzata da due torrioni di altezza diseguale. Nei numerosi passaggi di proprietà subì molti rimaneggiamenti che ne fecero perdere le caratteristiche militari difensive, trasformandolo in residenza nobiliare di campagna. Dal 1970 il castello è stato ceduto a don Pierino Gelmini, sacerdote impegnato nel recupero dei giovani tossicodipendenti, che nel 1984 vi ha installato una comunità.

Castello di Mango

Castello di Mango

Da Benevello ci spostiamo a Mango, paese di fenogliana memoria, che durante la lotta partigiana fu uno dei presidi della Resistenza. Il paese è dominato dalla imponente mole del castello, edificato nella seconda metà del 1200. Il fortilizio era stato costruito dagli Astigiani per ritorsione nei confronti di Alba, che li aveva sconfitti in campo aperto nella battaglia di Cossano Belbo. Un castello dalla “doppia vita”, si potrebbe pensare. Nato come fortilizio è ricco di camminamenti segreti che sbucavano in aperta campagna, rude e minaccioso d’aspetto. Diventato residenza di campagna dei marchesi di Busca, divenne, in seguito, un gioiello ammirato da tutti i signori del tempo. E’attualmente sede dell’’Enoteca regionale del Moscato.

Castello di Magliano Alfieri

Castello di Magliano Alfieri

Da Mango ripercorriamo la strada per Alba e, procedendo verso Asti, ci imbattiamo nel paese di Magliano Alfieri. Luogo in passato, di grande importanza strategica, Magliano fu feudo della Famiglia Alfieri dal 1240. Il castello presente nel feudo è stato riaperto solo da alcuni anni, grazie all’’interessamento e all’’impegno degli “Amici del Museo”, che stanno lavorando per riportare alla luce gli antichi affreschi. Nell’’ala est del piano nobile è infatti ospitato il Museo di Arti e Tradizioni Popolari che raccoglie aspetti di cultura, arte e focolare della comunità piemontese.
Non solo la figura di Vittorio Alfieri è da legarsi alla residenza degli Alfieri, ma anche quella di Beppe Fenoglio, il romanziere piemontese che nelle pagine de Il partigiano Johnny evocava il crinale di Magliano. Ecco allora la grande storia convivere con quella, meno nota, radicata in tradizioni popolari secolari.

Posto sul confine tra il Roero e il Monferrato, raggiungiamo Govone, che domina dalla sommità della collina l’ampia valle del Tanaro. Simbolo e vanto del paese è il castello, che l’Unesco ha dichiarato bene dell’umanità. La grandiosa costruzione fu voluta dai Conti Solaro, Signori di Govone.
Tra i successivi proprietari dell’edificio troviamo nel 1819 Carlo Felice che si occupò attivamente del restauro e dell’ammodernamento del castello e Carlo Alberto del ramo collaterale di Savoia-Carignano. Il Castello Reale di Govone compare oggi tra le residenze sabaude piemontesi che l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’ educazione, la scienza e la cultura) ha inserito nella lista del patrimonio artistico mondiale (World Heritage) con deliberazione del dicembre 1997.

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Bassa Langa

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