Masche
Ogni bimbo piemontese conosce i paurosi episodi che popolano le leggende delle masche: è una tradizione popolare antica, cui non sfuggono le generazioni più recenti. In realtà, si tratta più semplicemente della dicitura con cui, in particolare nelle Langhe, i contadini indicano le streghe. Ma in queste terre, così legate alla tradizione, le leggende rimangono salde nella cultura popolare, diventano parte integrante del carattere di un popolo.
Nei racconti tradizionali la Masca è una persona dalla doppia vita, in genere una donna in grado di compiere una metamorfosi.
Durante il giorno veste i panni dell’innocua pensionata o della casalinga, di notte si trasforma in una creatura diabolica, sotto forma di gatto nero, pipistrello, capra o biscia e aveva il compito di seminare zizzania, di riscattarsi da un destino umile con infinite rivincite nel confronti di parenti, vicini e, soprattutto, i viandanti.
Un deposito culturale ricchissimo, che mescola religione e superstizione, ignoranza e paura. Racconti popolari, momenti d’intrattenimento durante le serate in cascina, spauracchio per i più giovani: quella dei racconti di masche è l’evoluzione dell’atavica esigenza contadina di attribuire a un intervento soprannaturale la responsabilità di eventi naturali e climatici a cui non si sapeva dare altra spiegazione.