Strade del vino
Un tempo luogo selvaggio, difficile e impenetrabile, oggi la Langa ti accoglie con il suo paesaggio integro e immutato, ma dolcissimo e rasserenante. Seguendo stradine nascoste, lontane dalle grandi strade, ti suggeriamo un itinerario che si snoda fra preziosi vigneti e piccoli borghi: godrai di panorami spettacolari che si dilatano a perdita d’occhio fino all’arco alpino.
Partiamo da Verduno, la “sentinella” delle Langhe: il suo Belvedere, sulla sommità del paese, è uno dei punti panoramici più spettacolari e romantici dell’intero territorio. Ma Verduno è anche bellezza architettonica che si fonde con i grandi vini: il suo maniero settecentesco, di scuola juvarriana, è testimone della nascita di uno dei primi Barolo della storia. È però il Pelaverga “il vino” di Verduno: è nelle terre di questo incantevole paese che ha trovato il suo habitat ideale quest’unico e particolarissimo vitigno.
Da Verduno si sale verso La Morra, una delle capitali riconosciute del Barolo. L’antica via maestra sale ripida verso il centro e raggiunge il Belvedere: una grandiosa balconata protesa sulle Langhe e sulle Alpi, che offre uno spettacolo superbo e senza paragoni. Mezzo Piemonte si distende davanti al visitatore, in un susseguirsi senza fine di colline punteggiate da borgate, castelli e torri emergenti dai vigneti.
Da La Morra, percorrendo la panoramica provinciale per Barolo, spingetevi fino a Vergne per seguire un singolare itinerario alla scoperta di alcuni murales, con tema gli “Aspetti della vita contadina”, realizzati da pittori di Langa.
In breve si raggiunge poi Novello, un bel paesino di poche case appollaiate sulla collina, che custodiscono piccoli gioielli barocchi: la porta della torre medievale, ora campanile della parrocchiale di San Michele Arcangelo (1761-1783) e la facciata della chiesa della Confraternita di san Giovanni Battista.
Da Novello scendiamo alla volta di Monchiero, paese disteso nell’ampio fondovalle: d’obbligo una passeggiata nel borgo di Monchiero Alto, che vi colpirà per il suo fascino, per l’atmosfera particolare che si respira e per l’incantevole paesaggio.
In paese, nel fondovalle, sorge la casa del pittore Eso Peluzzi, che qui visse e operò, nella quale è allestita una mostra permanente della sua produzione artistica.
Da Monchiero ci si immette sulla fondovalle per raggiungere Dogliani, circondata da mille geometrie di vigneti e campi coltivati.
Due splendide parrocchiali dominano il paese: quella di San Lorenzo sorge a Castello, la parte alta di Dogliani, mentre quella dedicata ai Santi Quirico e Paolo, dominata da una maestosa cupola azzurra, si trova nel Borgo, la parte bassa della città.
Ancora oggi si può facilmente individuare il nucleo medievale di Dogliani dalle trecentesche porte d’accesso alla città e dal Torrione del palazzo dei Perno di Caldera (l’antico castello). In corrispondenza del Torrione medievale e della Torre Civica dell’orologio si apre lo scenografico belvedere, da dove si possono scorgere le forme del Ritiro Sacra Famiglia (1883), opera dello Scellino, dallo stile curioso e inconfondibile.
Dogliani, poi, è sinonimo di Dolcetto: la Bottega del Vino, nata con lo scopo di valorizzare e promuovere il Dolcetto di Dogliani, si trova nelle suggestive cantine dalle volte di cotto e arenaria di un ex Convento di Carmelitani del 1500.
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